sabato 21 maggio 2011

Che cos'è il pH?

               In quest’articolo parleremo del pH poiché è un argomento su qui tanti di noi parrucchieri abbiamo difficoltà, non solo a spiegare ai nostri clienti, che cosa è, ma anche perché e fondamentale avere le conoscenze per poter consigliare il prodotto adatto al problema che voliamo risolvere. Tanti di noi sono interessati di vendere un prodotto, è basta, ma più delle volte il cliente non è soddisfatto e non torna a comprarlo di nuovo. Non è vero che i prodotti cosmetici non hanno effetto ma è vero che nella maggior parte dei casi sono consigliati male.
               Non volendo fare un discorso prettamente chimico/matematico e nell’intento di rendere la materia comprensibile a tutti, possiamo dire che: il pH è una unità di misura che serve a indicare l'ACIDITÀ o l'ALCALINITÀ delle varie sostanze. Più scientificamente ma sempre in modo assai sbrigativo, possiamo dire che il pH indica il potenziale di idrogeno (cioè la concentrazione in ioni idrogeno, vale a dire - idrogeno espresso in cariche elettriche) di una soluzione acquosa. In effetti, una qualsiasi sostanza disciolta in acqua può presentare delle reazioni ACIDE o ALCALINE (BASICHE), oppure nessuna reazione- NEUTRA. La scala del pH rappresenta il sistema d’indicazione dei valori di dette reazioni. È una scala che va dallo zero al quattordici: lo zero corrisponde al valore massimo dell'ACIDITÀ, il quattordici al valore massimo dell’ALCALINITÀ, per cui il punto centrale pH 7 rappresenta la NEUTRALITÀ (esempio: una sostanza avente un pH 6 è meno acida di un'altra che ha un pH 5; una sostanza avente un pH 8 è meno alcalina di un'altra che ha un pH 9). A livello pratico, l'indicazione sommaria del pH di una soluzione acquosa si ottiene mediante degli opportuni reagenti chimici (esempio: la cartina al tornasole) i quali, colorandosi nelle diverse sfumature, indicano il gradino della scala in cui si colloca il suo valore di pH... ma perché in cosmetica si parla spesso di pH?
                Per essere semplici, possiamo dire che la pelle (integra e allo stato naturale) ha un suo pH fisiologico e i prodotti applicati su di essa, devono tendere a rispettarlo. Però spesso la pelle subisce delle variazioni nella sua parte superficiale, dovute soprattutto ad anomalie (esempio: forfora, seborrea, cute secca), variazioni che modificano anche il valore del suo pH naturale, ragion per cui i prodotti applicati dovranno tendere, con azioni variabili secondo il caso, a ripristinare tale pH. La superficie di una pelle normale è acida e corrisponde a un valore variabile fra un pH 4,5 e un pH 6,5 circa, secondo le varie zone cutanee, le sudorazioni (sebacea e sudoripara), lo stato di salute individuale e il clima stagionale. Questo pH fisiologico, cioè normale, consente alla pelle di svolgere un'azione autosterilizzante, di difesa contro la maggioranza dei microrganismi che cercano un loro insediamento su di essa. Tale meccanismo di difesa è svolto in sostanza dal mantello idrolipidico epicutaneo, il quale ha pure il compito di proteggere la struttura dei capelli e di evitare loro l'insorgere del fenomeno dell'elettrizzazione. Il pH leggermente acido costituisce dunque la condizione ideale per la superficie cutanea, ma come succede per ogni cosa ideale o perfetta, non è sempre facile evitarne il degrado. In effetti, è sufficiente l'uso di un sapone o di uno SHAMPOO normale per alcalinizzare la superficie cutanea e in ambiente alcalino la flora batterica si sviluppa facilmente.
              Non si deve fare del facile allarmismo poiché la pelle, se integra, possiede dei meccanismi di difesa tali da consentire la sopportazione di un'azione alcalinizzante, senza alternarsi, fino a un pH 8,5 circa. In pratica, dopo l'applicazione di un prodotto cosmetico leggermente alcalino (SHAMPOO compreso), il mantello idrolipidico tende a ripristinarsi automaticamente, dapprima rapidamente (il 50% durante la prima ora), poi molto più lentamente per l'esaurirsi delle secrezioni ghiandolari. Certo non bisogna abusare nell'utilizzare tali prodotti; è molto meglio applicare uno SHAMPOO, ad esempio, adeguato alla reale situazione cutanea, anziché un altro che presenta l'unica caratteristica di lavare e basta...
              II pH di un prodotto deve costituire, per l'acconciatore, semplicemente una indicazione che gli consente di fare una valutazione di massima del prodotto in questione (esempio: si sa che i prodotti alcalini in genere tendono ad aprire le squame dei capelli rendendoli così più ruvidi al tatto e più assorbenti, mentre i prodotti acidi tendono a chiuderle rendendo in tal modo più lucidi e morbidi i capelli). In quanto all'aggressività o meno di un prodotto nei confronti della cute e dei capelli, occorre valutare bene tutta la sua formulazione, poiché tale aggressività sarà dovuta soprattutto alle diverse caratteristiche delle varie sostanze che, nel loro complesso, danno come risultato quel pH e non al pH in sé.
              Tanto per fare un esempio, vi sono sostanze molto acide e perfettamente commestibili (esempio: l'aceto = acido acetico pH 3; il limone » acido citrico pH 2,3) e altre invece che, pur essendo altrettanto acide, sono tutt'altro che commestibili. Stesso pH non significa stessa aggressività!...
Un altro esempio pratico è costituito dagli SHAMPOO per bambini: questi prodotti vengono formulati a un pH 8, quindi alcalino, perché vi è la necessità di agire con un pH identico a quello lacrimale. Nonostante un simile pH, però con l'utilizzo di materie prime adeguate (esempio: tensioattivi anfoteri), tutta la formulazione sarà dolce, delicata, tutt'altro che aggressiva e soprattutto non procurerà irritazione agli occhi. La finalità di tali prodotti, non sarà certo quella di aggredire cute e capelli dei bambini (che peral¬tro sono alquanto delicati) semplicemente perché il loro pH è, volutamente, alcalino...
               L'esortazione sarà di affidare le capigliature della nostra clientela a prodotti veramente qualificati, formulati e divulgati da aziende altrettanto serie e qualificate, le quali possono costituire una sorta di orientamento e una valida garanzia, fra quella miriade di produttori che determinano la banalizzazione e, spesso, la dequalificazione dei servizi.

1 commento:

  1. Molto interessante l'articolo, bravi lo staff parrucchieriprincipianti.com

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