giovedì 15 settembre 2011

Come comportarsi al lavatesta.



              Questa è la fase più importante, è il momento dove la cliente e più ricettiva e determinerà la sua soddisfazione finale.
              Cerchiamo di farla al massimo del suo agio con un bel massaggio capillare rilassane.
Facciamo capire bene alla cliente le proprietà dello shampoo o trattamento che le stiamo facendo.


               Ricordiamoci  che la cliente ama essere informata (i tempi del … fidati di me sono finiti !!!). Adesso la cliente è pronta e sicuramente avrà riconosciuto in voi una grande professionalità.
               Prima di congedare la cliente facciamo trovare alla cassa il formato da rivendita del prodotto utilizzato al lavatesta(questo solo per ricordaglielo e per informarla se interessata, sull’eventuale costo del prodotto stesso.  (Non insistiamo!!)



domenica 4 settembre 2011

Capelli colorati, come vanno mantenuti nel tempo?

               Per poter dire che abbiamo fatto un buon lavoro non basta fare un colore bello, brillante e in perfetta armonia con i allineamenti e il desiderio della cliente ma necessita anche saper spiegare alla cliente come il colore e la salute dei capelli colorati va conservata nel tempo con l’aiuto dei giusti prodotti creati nel merito. 


A proposito al cambiamento del colore possiamo individuare tre diverse dimensioni:
  • perdita d’intensità
  • viraggio
  • brillantezza

- La perdita d’intensità del colore identifica i primi cambiamenti dei capelli colorati. Il colore appare "sbiadito" o "più chiaro" rispetto a quello originario. Limitando la perdita d’intensità, i capelli manterranno un colore vibrante nel tempo.
  - II viraggio del colore descrive i cambiamenti di tonalità. Il colore cambia assumendo sfumature diverse: ad esempio, un marrone neutro può virare in toni rossastri o verdastri.
  - La brillantezza del colore indica la vivacità o opacità del colore: riducendo la profondità, la purezza del colore si perde progressivamente.
              Numerosi studi hanno riconosciuto nei raggi UV una causa di danneggiamento dei capelli. Questo danno si può manifestare sui capelli in diversi modi, come perdita di colore, di forza e di levigatezza della superficie.

Come funzionano i prodotti per la protezione contro i raggi UV?

I filtri UV riducono al minimo il numero dei raggi UV che entrano a contatto con i capelli, diminuendo quindi la quantità di molecole ad alta energia, che portano al danneggiamento dei capelli.
Gli antiossidanti neutralizzano i radicali liberi presenti nei capelli. I radicali liberi sono molecole molto aggressive e reattive, generate da molecole ad elevata energia, dall’ossigeno e dall’acqua e possono quindi danneggiare il colore del capello o il capello stesso.


PERCHÉ I CAPELLI FINI PERDONO VOLUME COSÌ VELOCEMENTE?

               Prima di tutto proviamo a vedere alcune caratteristiche dei capelli fini cosi possiamo riconoscerli facilmente:


  • Dopo lo shampoo, i capelli perdono corpo.
  • Diametro dei capelli è più piccolo.
  • Sono poco corposi.
  • Hanno minore volume ed elasticità.
  • Bassa resistenza ai trattamenti chimici.
  • Tendono facilmente a elettrizzarsi.
  • La durata della piega è minima.
               I capelli fini perdono volume subito dopo il lavaggio e appaiono senza forma. Ciò accade perché questi capelli hanno un diametro inferiore di circa 1/3 rispetto ai capelli normali. A questo si aggiunge una struttura debole. I capelli normali hanno mediamente uno spessore di circa 0.08 mm mentre i capelli fini hanno uno spessore medio di 0.05 mm. La conseguenza è che i capelli non hanno forza sufficiente per mantenere la forma data dallo styling e perdono rapidamente volume.
Confronto tra capello grosso e fine (scala 1:500)  




               I capelli fini hanno quindi bisogno di trattamenti che ne rafforzino e stabilizzino la struttura e sul mercato troviamo una vasta gamma di prodotti tra qui scegliere. Il mio consiglio è di affidarsi ai prodotti professionali.

giovedì 25 agosto 2011

Tecnica di Massaggio Capillare Anticaduta!

     Fase 1: Massaggio a quattro punti.

 

  - Appoggiare la mano sinistra o destra sulla parte anteriore della testa per sostenerla.
  - La mano libera massaggia eseguendo una leggera pressione con l'indice, il medio e l'anulare sui 4 punti alla sommità della testa, con movimento antiorario.






     Fase 2: Punti di pressione nella parte superiore della testa.


  - Appoggiare la mano sinistra sopra l'orecchio sinistro per sostenere la testa. La mano destra massaggia con l'indice, il medio e l'anulare prima i punti di pressione sopra la linea mediana della testa.
  - Quindi allo stesso modo, eseguire due "raggi" sulla metà di sinistra della parte superiore della testa e due "raggi" sulla metà di destra della parte superiore della testa, con movimenti antiorari.
  - Ripetere due volte.



     Fase 3: Punti di pressione.

  - Appoggiare la mano sinistra o destra sulla parte anteriore della testa per sostenerla.
  - Con l'indice, il medio e l'anulare della mano destra, partendo dalla parte superiore della testa, eseguire un massaggio su tutta la testa, a forma di "raggio".
  - Su ogni linea (raggio) eseguire il massaggio con tre punti pressione.







     Fase 4: Frizioni.

  - Posizionare la mano sinistra sopra l'orecchio sinistro per sostenere la testa.
  - Con la mano destra fare un pugno ed appoggiarlo sulla testa in modo tale che le dita risultino piane.
  - Massaggiare l'intera parte destra superiore della testa con leggere frizioni.
  - Cambiare mano. Ripetere due volte.





     Fase 5: Distensione della nuca.


  - Appoggiare la mano sinistra sulla parte superiore della testa per sostenerla.
  - Con il pugno destro, eseguire delicate pressioni, passando lentamente dalia base del cranio verso la nuca.
  - Ripetere 3 volte, cambiare mano e ripetere per 3 volte.
  - Ripetere lo stesso procedimento per due volte.




     Fase 6: Distensione.

  - Appoggiare ìe mani rispettivamente sopra l'orecchio destro e quello sinistro.
  - Con una leggera tensione spingere la cute dolcemente verso la sommità del capo.
  - Continuare a massaggiare usando la stessa tecnica ponendo entrambe le mani rispettivamente sulla parte anteriore e posteriore della testa.

  - Ripetere la stessa tecnica di massaggio per due volte.




     Fase 7: Movimento a zig-zag sulla fronte.



  - Appoggiare l'indice, il medio e l'anulare di entrambe le mani al centro della fronte.
  - Con rapidi movimenti a zig-zag su entrambi i lati, massaggiare con una leggera pressione fin sopra le orecchie.
  - Accarezzare dolcemente la parte posteriore delle orecchie fino alla nuca. Ripetere due volte.





     Fase 8: Finale.



  - Posizionare le mani chiuse verticalmente sopra la testa della cliente; aprire le mani (prima il palmo e poi le dita) e farle passare con una leggera pressione sopra la testa, lungo il collo ed infine sulle spalle.
  - Ripetere due volte.




Aspettiamo i vostri commenti, grazie!

mercoledì 24 agosto 2011

Tecnica di Massaggio Capillare per Trattamenti



...Sulla poltrona, togliere il turbante e pettinare i capelli...



  

               1. Movimenti di pressione:

  -Massaggiare entrambi i muscoli che supportano la vertebra cervicale superiore con una leggera pressione.
  -Ci sono tre punti di pressione su ogni lato.
  -Usare le mani alternatamente.
  -Una mano sostiene la fronte. Massaggiare usando il pollice, l'indice, il medio e l'anulare.

 
               2. Movimenti rotatori:

  -Posizionare le dita distese sulla cute.
  -Massaggiare con movimenti rotatori dalla nuca all'attaccatura dei capelli sulla fronte e all'indietro verso la nuca.

 



          3. Digitopressione:
  -Effettuare una digitopressione sulla linea di contorno dell'attaccatura dei capelli.
  -Esercitare la pressione con tutte le dita.
  -Partire dalla nuca all'attaccatura dei capelli sopra le orecchie e le tempie fino alla fronte.


               4. Movimenti a zig-zag:

  -Eseguire movimenti a zig-zag con le punte delle dita di entrambe le mani.
  -Le mani lavorano in direzioni opposte.
  -Massaggiare la testa sistematicamente dalia fronte, passando sulla sommità della testa, fino alla nuca.

5. Movimento carezzante:
  -Posizionare le dita sull'attaccatura frontale ed esercitare una breve digitopressione.
  -Accarezzare la sommità della testa fino alla nuca con movimenti uniformi.
  -Esercitare una breve digitopressione alla nuca e ai nervi terminali.
  -Massaggiare i muscoli della nuca e finire stringendo le spalle.

Aspetto i vostri commenti, grazie!
 

mercoledì 17 agosto 2011

Tecnica di massaggio capillare base.

1 Fase distensiva:
  • Posizionare entrambi le mani con le dita larghe sulla fronte e praticare generosi movimenti a zig-zag su tutta la testa.
  • Sollevare lentamente la testa e massaggiare allo stesso modo la nuca.

Esercitare pressione quando ci si muove verso l’attaccatura dei capelli, non esercitare particolare pressione quando si massaggia verso la sommità del capo.
2 Fase rilassante:
  • Disporre le punta delle dita di entrambe le mani sulla parte anteriore della testa.
  • Eseguire movimenti radiali, massaggiando dalla parte anteriore verso la sommità della testa, e dall’attaccatura dei capelli alla parte posteriore dalla testa.



3 Fase bilanciante:

  • Posizionare i pollici di entrambe le mani al centro dell’attaccatura sulla fronte.
  • Esercitare una leggera pressione sull’attaccatura allontanando i pollici rispettivamente verso sinistra e destra e ritornare al centro della testa.
  • Continuare con questa tecnica sino alla parte posteriore della testa.

4 Fase di riposo :
  • Posizionare le mani all’attaccatura dei capelli sulla fronte e massaggiare con ampi movimenti lungo i contorni sulla sommità fino alla parte posteriore della testa, senza dimenticare i contorni intorno alle orecchie.
  • Sollevare lentamente la testa ed eseguire leggere pressioni dalla nuca al collo.





Se trovate interessante l’articolo lasciate il vostro commento, grazie!

domenica 12 giugno 2011

L’accoglienza nel salone di parrucchieri. Come si fa?

Impariamo a fare l’accoglienza insieme.
               Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri. (Andrea Gallo)




               La prima impressione ha un ruolo fondamentale nel determinare se una cliente tornerà in salone, è un fatto psicologico. Questa è la ragione per la quale la fase dell’accoglienza e della consulenza sono momenti fondamentali del servizio in salone.

Cinque regole fondamentali:


  • Salutare ogni cliente nel momento del suo ingresso in salone.
  • Sorridere al momento del saluto, ciò crea un ambiente più intimo è confortevole per la cliente.
  • Chiamare la cliente per nome.
  • Informare la cliente su dove accomodarsi durante l’attesa, per farla sentire al proprio aggio.
  • Offrire caffè, tè o acqua.               

sabato 21 maggio 2011

Che cos'è il pH?

               In quest’articolo parleremo del pH poiché è un argomento su qui tanti di noi parrucchieri abbiamo difficoltà, non solo a spiegare ai nostri clienti, che cosa è, ma anche perché e fondamentale avere le conoscenze per poter consigliare il prodotto adatto al problema che voliamo risolvere. Tanti di noi sono interessati di vendere un prodotto, è basta, ma più delle volte il cliente non è soddisfatto e non torna a comprarlo di nuovo. Non è vero che i prodotti cosmetici non hanno effetto ma è vero che nella maggior parte dei casi sono consigliati male.
               Non volendo fare un discorso prettamente chimico/matematico e nell’intento di rendere la materia comprensibile a tutti, possiamo dire che: il pH è una unità di misura che serve a indicare l'ACIDITÀ o l'ALCALINITÀ delle varie sostanze. Più scientificamente ma sempre in modo assai sbrigativo, possiamo dire che il pH indica il potenziale di idrogeno (cioè la concentrazione in ioni idrogeno, vale a dire - idrogeno espresso in cariche elettriche) di una soluzione acquosa. In effetti, una qualsiasi sostanza disciolta in acqua può presentare delle reazioni ACIDE o ALCALINE (BASICHE), oppure nessuna reazione- NEUTRA. La scala del pH rappresenta il sistema d’indicazione dei valori di dette reazioni. È una scala che va dallo zero al quattordici: lo zero corrisponde al valore massimo dell'ACIDITÀ, il quattordici al valore massimo dell’ALCALINITÀ, per cui il punto centrale pH 7 rappresenta la NEUTRALITÀ (esempio: una sostanza avente un pH 6 è meno acida di un'altra che ha un pH 5; una sostanza avente un pH 8 è meno alcalina di un'altra che ha un pH 9). A livello pratico, l'indicazione sommaria del pH di una soluzione acquosa si ottiene mediante degli opportuni reagenti chimici (esempio: la cartina al tornasole) i quali, colorandosi nelle diverse sfumature, indicano il gradino della scala in cui si colloca il suo valore di pH... ma perché in cosmetica si parla spesso di pH?
                Per essere semplici, possiamo dire che la pelle (integra e allo stato naturale) ha un suo pH fisiologico e i prodotti applicati su di essa, devono tendere a rispettarlo. Però spesso la pelle subisce delle variazioni nella sua parte superficiale, dovute soprattutto ad anomalie (esempio: forfora, seborrea, cute secca), variazioni che modificano anche il valore del suo pH naturale, ragion per cui i prodotti applicati dovranno tendere, con azioni variabili secondo il caso, a ripristinare tale pH. La superficie di una pelle normale è acida e corrisponde a un valore variabile fra un pH 4,5 e un pH 6,5 circa, secondo le varie zone cutanee, le sudorazioni (sebacea e sudoripara), lo stato di salute individuale e il clima stagionale. Questo pH fisiologico, cioè normale, consente alla pelle di svolgere un'azione autosterilizzante, di difesa contro la maggioranza dei microrganismi che cercano un loro insediamento su di essa. Tale meccanismo di difesa è svolto in sostanza dal mantello idrolipidico epicutaneo, il quale ha pure il compito di proteggere la struttura dei capelli e di evitare loro l'insorgere del fenomeno dell'elettrizzazione. Il pH leggermente acido costituisce dunque la condizione ideale per la superficie cutanea, ma come succede per ogni cosa ideale o perfetta, non è sempre facile evitarne il degrado. In effetti, è sufficiente l'uso di un sapone o di uno SHAMPOO normale per alcalinizzare la superficie cutanea e in ambiente alcalino la flora batterica si sviluppa facilmente.
              Non si deve fare del facile allarmismo poiché la pelle, se integra, possiede dei meccanismi di difesa tali da consentire la sopportazione di un'azione alcalinizzante, senza alternarsi, fino a un pH 8,5 circa. In pratica, dopo l'applicazione di un prodotto cosmetico leggermente alcalino (SHAMPOO compreso), il mantello idrolipidico tende a ripristinarsi automaticamente, dapprima rapidamente (il 50% durante la prima ora), poi molto più lentamente per l'esaurirsi delle secrezioni ghiandolari. Certo non bisogna abusare nell'utilizzare tali prodotti; è molto meglio applicare uno SHAMPOO, ad esempio, adeguato alla reale situazione cutanea, anziché un altro che presenta l'unica caratteristica di lavare e basta...
              II pH di un prodotto deve costituire, per l'acconciatore, semplicemente una indicazione che gli consente di fare una valutazione di massima del prodotto in questione (esempio: si sa che i prodotti alcalini in genere tendono ad aprire le squame dei capelli rendendoli così più ruvidi al tatto e più assorbenti, mentre i prodotti acidi tendono a chiuderle rendendo in tal modo più lucidi e morbidi i capelli). In quanto all'aggressività o meno di un prodotto nei confronti della cute e dei capelli, occorre valutare bene tutta la sua formulazione, poiché tale aggressività sarà dovuta soprattutto alle diverse caratteristiche delle varie sostanze che, nel loro complesso, danno come risultato quel pH e non al pH in sé.
              Tanto per fare un esempio, vi sono sostanze molto acide e perfettamente commestibili (esempio: l'aceto = acido acetico pH 3; il limone » acido citrico pH 2,3) e altre invece che, pur essendo altrettanto acide, sono tutt'altro che commestibili. Stesso pH non significa stessa aggressività!...
Un altro esempio pratico è costituito dagli SHAMPOO per bambini: questi prodotti vengono formulati a un pH 8, quindi alcalino, perché vi è la necessità di agire con un pH identico a quello lacrimale. Nonostante un simile pH, però con l'utilizzo di materie prime adeguate (esempio: tensioattivi anfoteri), tutta la formulazione sarà dolce, delicata, tutt'altro che aggressiva e soprattutto non procurerà irritazione agli occhi. La finalità di tali prodotti, non sarà certo quella di aggredire cute e capelli dei bambini (che peral¬tro sono alquanto delicati) semplicemente perché il loro pH è, volutamente, alcalino...
               L'esortazione sarà di affidare le capigliature della nostra clientela a prodotti veramente qualificati, formulati e divulgati da aziende altrettanto serie e qualificate, le quali possono costituire una sorta di orientamento e una valida garanzia, fra quella miriade di produttori che determinano la banalizzazione e, spesso, la dequalificazione dei servizi.

mercoledì 11 maggio 2011

L’ambiente dove vive il capello. La cute, apparizione della forfora.

La cute è formata da tre strati principali:
  •  epidermide
  • derma
  • ipoderma
                L'epidermide è formata a sua volta da cinque strati. Dall’esterno verso l'interno abbiamo:
- strato corneo strato lucido
- strato granuloso
- strato malpighiano o spinoso
- strato basale o germinativo.
                A differenza della pelle che ricopre il resto del corpo, l'epidermide del cuoio capelluto è più fine e il derma più spesso. Tanto per esemplificare, si può dire che l’epidermide ha lo spessore approssimativo di un foglio di carta. Il suo ruolo è essenzialmente quello di protezione contro le aggressioni provenienti dall'ambiente esterno è una barriera efficace, dovuta per la maggior parte dalla presenza di una proteina fibrosa: la cheratina. Possiamo dire in linea generale che l'epidermide ha una vita propria, cioè le cellule nascono nello strato «basale», maturano nel «malpighiano», invecchiano nel «granuloso», appiattiscono, induriscono e muoiono negli strati «lucido» e «corneo».
                Lo strato «corneo», sotto l'azione degli agenti esterni (soie, aria, acqua, lavaggi in genere), si desquama continuamente. Quando la desquamazione è molto forte e quindi molto evidente, il fenomeno non può più definirsi normale, si ha quindi una anomalia: la forfora.
                Lo strato cutaneo sottostante a contatto con l'epidermide è il derma. È uno strato relativamente molto spesso che ha il ruolo di sostegno, ma soprattutto è un tessuto di nutrimento per l'epidermide in quanto è attraversato da numerosi capillari sanguigni. È nel derma che si trovano i follicoli pilosebacei e le ghiandole sudoripare (che secernono il sudore).
                Infine l'ultimo e il più profondo strato cutaneo: l'ipoderma, essenzialmente formato da tessuto adiposo (grasso).
                Le due anomalie più importanti del cuoio capelluto sono: la forfora e la seborrea.
                La forfora è una forte desquamazione dello strato corneo epidermico, mentre la seborrea (intesa come secrezione anomala) è dovuta alla eccessiva secrezione delle ghiandole sebacee.
                Indubbiamente la loro importanza è dovuta a due fattori incontestabili:
     1) oltre ai danni di carattere estetico, col procedere in alcuni casi possono portare a una caduta di capelli eccessiva senza la normale ricrescita;
     2) sono le anomalie che troviamo più di frequente sulle teste delle nostre clienti.
                       …di conseguenza sono quelle che ci danno la possibilità di eseguire molti trattamenti e quindi di aumentare i nostri incassi…

domenica 8 maggio 2011

Quali sono le cause dei capelli sfruttati?

            I capelli sfruttati perdono lucentezza, morbidezza e hanno un aspetto poco sano, tendono a essere ribelli, crespi e difficili da acconciare. I capelli danneggiati nella struttura interna hanno la tendenza a spezzarsi e a generare doppie punte. Se i capelli sfruttati non sono adeguatamente trattati, peggiorano tanto velocemente da rendere il taglio, l’unica soluzione possibile al problema.

Riconoscere i capelli sfruttati

  • La struttura del capello è danneggiata
  • La cuticola e ruvida
  • Sono opachi
  • Sono molto difficile da pettinare
  • Sono fragili e poco energici
  • Presentano una struttura molto diversa dalla radice alle punte.

            La scarsa qualità di pettine, spazzole, piastre, phon e altri accessori possono provocare danni irreversibili ai capelli. La cuticola protettiva si danneggia progressivamente e il risultato è la formazione delle doppie punte, come nel caso in cui il pettine viene usato in maniera troppo energica quando i capelli sono ancora bagnati .  
Colorazioni, decolorazione o permanenti non realizzate adeguatamente possono causare danni alla struttura interna del capello.
I raggi UV possono penetrare in profondità e danneggiare la struttura interna del capello.
E molto importante prevenire il deterioramento dei capelli tenendo conto dello shampoo, della maschera, perché siano adatti al nostro tipo di capelli, senza trascurare la giusta scelta degli accessori che andiamo a utilizzare per pettinarli, asciugarli e tenerli in ordine.

martedì 19 aprile 2011

Gli annessi cutanei

               Nelle conoscenze di base che dobbiamo necessariamente avere, bisogna includere anche quel piccolo mondo che sta intorno al capello del quale nel medesimo tempo esso fa parte: gli annessi cutanei.
                Nel disegno, molto schematizzato, si può vedere quella parte di annessi cutanei che interessa in particolar modo le argomentazioni sostenute dall'acconciatore nell'azione di convincimento sulla cliente.
                Vediamo il follicolo (e non «poro» del capello come spesso si ha l'abitudine di chiamarlo) che è, come già detto, l'incavo dove nasce il capello. In fondo alla sacca del «follicolo» vediamo il bulbo, che è la vera radice del capello. La papilla germinativa, che si insinua nell'incavo del «bulbo» e che costituisce la matrice del capello. I vasi sanguigni, che alimentano la «papilla germinativa» e di conse-guenza il «bulbo». La ghiandola sebacea, che produce il sebo, il quale, attraverso il canale escretore, viene riversato nel «follicolo», poi sulla cute e i capelli. La ghiandola sudoripara , così chiamata perché il suo prodotto, cioè il sudore, è riversato, attraverso i relativi canali escretori, sulla superficie cutanea. Il muscolo erettore del pelo o promotore, che è appunto responsabile della erezione del pelo e della ben nota pelle d'oca.

Il colore del capello

                Il pigmento naturale che costituisce il colore dei capelli si chiama melanina, ed è in pratica la stessa sostanza che va a formare l'abbronzatura della pelle.
                La melanina viene prodotta da cellule specializzate chiamate melanociti, che sono distribuiti tra le cellule dello strato germinativo epidermico e nella parte superiore del bulbo pilifero.
Si ritiene che nelle varie razze, le variazioni di colore dei capelli, degli occhi e della pelle non dipendano dal numero dei melanociti, bensì dal regime della loro attività funzionale.
                Nei capelli la melanina è presente sotto forma di due pigmenti: eumelanina e feomelanina.
              L’eumelanina è responsabile della pigmentazione scura (bruno e nero). La feomelanina è responsabile della pigmentazione chiara (biondo e rosso). La combinazione dei due pigmenti in variate proporzioni determina la qualità e l'intensità del colore.
               
                 La diversa distribuzione dei pigmenti tra le fibre determina delle differenze di colore da zona a zona nello stesso capello. Difficilmente esistono sulla stessa testa capelli identici, soprattutto per le molteplici diversità nelle sfumature dei colori. Il colore reale di una capigliatura, cioè quello che noi vediamo, in effetti, non è altro che la risultante di un complesso di sfumature diverse.
                Il colore dei capelli va dal nero intenso al bianco argento (assenza totale del pigmento), passando per tutte le nuances del bruno, castano, biondo, ecc... Per poter meglio praticare la colorazione, è stata costituita la scala cromatica dei colori base. Il n. 1 corrisponde al nero, il n. 2 al bruno, il n. 3 al castano scuro e così via, fino al n. 10 che corrisponde al platino.
                                Dicesi tono la differenza di colore esistente fra due numeri attigui della scala dei colori base.
                I riflessi sono delle sfumature più o meno luminose o accentuate e caratterizzanti, che possono o no accompagnare il colore di base. Un capello biondo, ad esempio, può avere un riflesso cenere, oppure dorato o rosso, però in ognuno di questi casi quel capello rimarrà sempre e soprattutto, come colore base, un biondo.

giovedì 7 aprile 2011

La struttura del capello

         La selezione del capello è costituita da tre parti:
               Cuticola - parte esterna formata da squame tipo scaglie di pesce, di sostanza cheratinosa semitrasparente (come le unghie).   
              Corteccia - parte intermedia formata da cellule allungate, fusiformi (fi­bre), a loro volta costituite da assemblamenti di macrofibrille legate dai ponti cistinici (legami disolfurici); ogni macrofibrilla è composta da un assemblamento di microfibrille, ognuna delle quali è a sua volta formata da almeno nove proto fibrille. Ogni protofibrilla è composta di due o tre supereliche (cate­ne cheratiniche) attorcigliate come una corda; la corteccia costituisce pertanto il vero corpo del capello.
              Midollo - parte interna formata da cellule molli e talvolta anche da piccole bolle d'aria. La parte squamosa esterna, semitrasparente, lascia intravedere il colore che si trova internamente.Le squame dei capelli si possono aprire e chiudere un po' per così dire a pia­cimento, secondo il tipo di prodotto col quale vengono a contatto. Quando si rende necessaria la penetrazione all'interno della struttura capil­lare, è indispensabile aprire le squame esterne poiché tali aperture rappre­sentano le uniche vie attraverso le quali i prodotti possono penetrare. In linea di massima i prodotti alcalini tendono ad aprire le squame mentre i prodotti acidi le richiudono. Il  midollo del capello, cioè quella parte di cellule molli che si trova al centro della struttura capillare, non ha alcuna funzione specifica. Alcuni acconciatori sono convinti che il midollo costituisca una via attraver­so la quale le sostanze nutritive scorrono dal bulbo verso la punta, con il compito evidente di nutrire le cellule che compongono tutta la struttura del capello."Ma se non è altro che una produzione cornea come le unghie e le cellule componenti la sua struttura sono prive di vita, risulta evidente la non neces­sità di nutrire delle cellule che sono già morte e che, come tali, non hanno af­fatto bisogno di nutrizione.
È però anche vero che ci si può porre l'interrogativo del: «come mai esiste una parte molle interna centrale?» Oppure: «se esiste questa parte dovrà pu­re servire a qualche cosa!?»...Con un semplice ragionamento, pur non avendo la certezza assoluta, il per così dire... mistero... può essere risolto. Seguendo l'affermazione secondo la quale la parte esterna del capello (cioè le squame) indurisce al contatto dell’ossigeno atmosferico, si può dedurre che proprio per una questione di ubi­cazione, la parte centrale della struttura (cioè il midollo) non può risentire di quell'effetto indurente. La struttura dei capelli varia da persona a persona, per cui si potranno avere capelli grossi, fini, duri, morbidi, lisci, crespi, ecc...
Dal punto di vista chimico, il capello è composto di cinque elementi fondamenta­li: OSSIGENO, IDROGENO, CARBONIO, AZOTO e ZOLFO, che sono gli elementi costitutivi della cheratina, sostanza base del capel­lo e della pelle. La cheratina dei capelli differisce da quella della pelle per un maggior contenuto di zolfo. I capelli umani hanno un diametro medio di 70 micron (millesimi di millimetro). In effetti, occorrono circa quattordici capelli, disposti uno accanto all'altro, per copri­re lo spazio di un millimetro. II diametro dei capelli varia secondo l’età: molto ridotto nel neonato e nel bambino, maggiore nell'adulto, diminuisce di nuovo nella persona an­ziana.

La caduta naturale dei capelli,Tricologia base

                 Vedere capelli che cadono, è da considerarsi un fatto assolutamente normale. Se ad esempio cadono capelli durante una spazzolatura, oppure durante uno shampoo, non ci si deve impressionare.                 La caduta di un capello non è definitiva (intesa come cessata produzione di quel follicolo), finché la papilla e la zona germinativa non si sono atrofizzate. Perciò se un capello è strappato, al suo posto ne ricrescerà un altro. È quindi evidente che i capelli strappati durante la pettinatura (per intenderci, i capelli che rimangono nel pettine e nella spazzola), non possono essere considerati come caduta anomala, cioè non normale.
                 La caduta dei capelli dovrà essere considerata anomala solo nei casi in cui si avrà una mancata ricrescita e cioè quando esiste effettivamente un certo diradamento della capigliatura. Alcuni acconciatori sbagliano nel diagnosticare la caduta dei capelli proprio perché considerano anomala una forte caduta durante Io shampoo, senza pensare che appunto una parte dei capelli ancora in vita viene strappata dalla sua sede naturale a causa degli sfregamenti. Spesso a causa del massaggio praticato durante lo shampoo, ai capelli strappati ancora in vita se ne aggiungono altri già morti ma non ancora caduti, cioè non ancora usciti definitivamente dai loro follicoli. La controprova la possiamo avere osservando, dopo lo shampoo, una stasi nella caduta fisiologica, cioè normale (20-60 capelli al giorno circa). I capelli, normalmente, riprendono il loro ciclo di caduta fisiologica dopo tre o quattro giorni dal lavaggio.
                Tutto ciò sta appunto a dimostrare che una gran parte di capelli è caduta durante lo shampoo, solo perché favorita da una trazione meccanica esterna e che sarebbe ugualmente caduta (non così in massa ma divisa come numero) nei tre o quattro giorni successivi. In sostanza, una qualsiasi trazione meccanica esterna può favorire l'uscita anticipata di capelli già morti, capelli che dovrebbero cadere fisiologicamente qualche giorno dopo. È chiaro che una tal caduta non può essere considerata «anomalia». Resta dunque inteso però che l'acconciatore può sempre indirizzare la cliente su un trattamento che «favorisca» la ricrescita normale...
                 Normalmente la caduta fisiologica dei capelli è più accentuata in primavera e in autunno.


La vita del capello, Tricologia base

              L'acconciatore professionista è uno «specialista» in ogni ramo della sua professione. Essere specialista vuol dire avere delle conoscenze specifiche in un determinato campo professionale.
               Nei trattamenti capillari, significa conoscere bene le anomalie della cute e dei capelli e le loro cause.
               È fuori dubbio che la materia prima sulla quale lavoriamo è costituita dai «capelli» delle nostre clienti. Essi nascono dalla «pelle» la quale costituisce inoltre l'ambiente dove vivono, da cui traggono alimento, per questo motivo ci sembra perlomeno doverosa la conoscenza della struttura, della vita e delle funzioni di queste due importanti entità. In altre parole, per una giusta diagnosi delle anomalie occorre innanzitutto conoscere bene sia la «pelle» sia i «capelli». Inoltre queste conoscenze possono essere di grande utilità nel dialogo con la cliente.


La vita del capello

 La sede naturale dove nasce e cresce il capello è costituita dal follicolo pilifero che, in effetti, è la guaina epiteliale esterna della radice del capello. Alla sua base si trova la papilla germinativa la quale, essendo irrorata dai vasi sanguigni, rappresenta il vero centro vitale del capello.
La circolazione sanguigna apporta tutti gli elementi necessari alla vita delle cellule germinative e contemporaneamente ne elimina gli scarti metabolici. Questa irrorazione sanguigna è dunque indispensabile al buon funzionamento della papilla. Qui ogni cellula si divide e da luogo a una cellula figlia che sarà spinta verso la superficie dalla nascita di altre cellule. Con la loro cheratinizzazione, esse andranno a formare progressivamente il nuovo capello e ne determineranno la crescita. Le cellule vengono dunque spinte verso la superficie e formano man mano lo stelo pilifero. Nel colletto, che è la parte superiore del follicolo, la guaina epiteliale interna smette di crescere e lascia libero il capello.
                Il ciclo vitale del capello comprende tre fasi ben distinte: anagena, catagena e telogena. La fase anagena è quella relativa alla nascita e alla crescita del capello. Essa ha una durata variabile di circa quattro/sette anni ed è caratterizzata da un’intensa proliferazione cellulare che assicura una crescita del capello da 0,1 a 0,5 mm al giorno (da 3 mm. a 1,5 cm. al mese). In seguito la papilla si atrofizza; essa non è più irrorata dal sangue e le cellule cessano di moltiplicarsi. Il bulbo pilifero si chiude e si cheratinizza. Ha così inizio la fase catagena, una fase di riposo che ha la durata di due/ quattro settimane. In seguito, il capello completamente cheratinizzato si stacca dalla zona germinativa, ma rimane nel follicolo ancora per due/quattro mesi. È questa la fase telogena, quella finale della vita del capello. La papilla non è più che una leggera depressione. Il capello è pronto per essere espulso. Durante la fase di riposo le cellule germinative, in fondo al follicolo, riprendono la loro attività produttiva. Si forma un nuovo germe pilifero, punto di partenza della ricrescita dì un nuovo capello, il quale spinge all'esterno il capello morto provocandone in tal modo la caduta.
 

Come si passa la piastra?

                I capelli devono essere asciugati in precedenza con il phon, preferibilmente con la spazzola provando a farli più lisci possibili.
                Iniziando dalla nuca dividi i capelli in ciocche larghe circa 1 – 1,5 cm. Passa ogni singola ciocca con la piastra. Utilizza il pettine come guida. Non tenere mai la piastra nella stessa posizione per più di 3-4 secondi.
                 La temperatura della piastra va definita in base alla struttura e tipo di capello.


TEORIA DEL COLORE, Stella di Oswald

 La colorimetria è la scienza che studia i colori e definisce la loro grandezza. I colori fondamentali sono solamente tre: rosso, giallo e blu.
    Unendo due colori primari tra di loro si ottengono i colori secondari.
               I colori secondari, cioè arancio, viola e verde sono opposti ai colori primari che non partecipano alla loro formazione, quindi il verde è complementare del rosso e lo annulla, il viola e complementare del giallo e lo annulla, l’arancio e complementare del blu e lo annulla. 
               Attraverso la stella di Oswald possiamo evidenziare i colori primari, i colori secondari e la loro capacità di neutralizzazione.